Commento al concerto di Pianoro del 28 settembre 2012

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(a cura di Enrico Fiore, basso)

Vi è un rapporto tra la musica e la malattia? E se si che rapporto vi è? Questa domanda l’ho rivolta a me stesso ripensando alla serata musicale di venerdì scorso, quando con il Coro Jacopo da Bologna diretto dal maestro Antonio Ammaccapane, abbiamo festeggiato il brigadiere dei carabinieri Salvo Caserta, ammalatosi  di SLA, una malattia degenerativa del midollo spinale, la cui eziologia è tuttora sconosciuta, che nel tempo porta ad una completa paralisi di tutti i muscoli scheletrici del corpo, pur lasciando intatte le capacità mentali globali del paziente.

Tra gli intervenuti nella chiesa di Santa Maria Assunta di Pianoro Nuova vi erano parenti, amici, colleghi del brigadiere, il sindaco della Città, tutti  hanno  partecipato con grande attenzione ed emozione alla serata in suo onore. Il concerto sotto la direzione del maestro Ammaccapane ha ottenuto grande successo, il Coro ha dato il meglio di se, il canto ha trasmesso forti sensazioni raggiungendo momenti di altissima tensione che hanno coinvolto ed entusiasmato tutti i presenti.

Al termine del concerto mi sono avvicinato a Salvo, il festeggiato, esprimendogli i miei auguri per il suo stato di salute e ne ho notato una espressione di gioia intensa e di commozione; certo, se noi tutti presenti lo avessimo circondato e assecondato con la nostra  sola presenza, quell’espressione  non sarebbe stata presente, è dunque il canto corale, anche accompagnato da un solo strumento, che ha fatto la differenza; anche noi eravamo più gioiosi rispetto al nostro stato d’animo all’inizio del concerto, e  così si può dire anche per tutte le altre persone presenti in chiesa.

Perché la musica allieta e rasserena? Perché apre le nostre anime ad un più facile rapporto di accoglienza con l’altro? Sia che sia prodotta da strumenti musicali  o dal canto individuale e/o corale? Ritorno con la memoria al mito, ai miei lontani studi classici ed un nome emerge dai ricordi di quegli studi: ” Orfeo”  il mitico suonatore della lira e contemporaneamente compositore e cantante, un ”cantautore ante litteram”.
Orfeo è il simbolo del potere dell’armonia musicale, non disgiunta dal canto  e questo a sua volta non disgiunto dalla poesia; quale miscela più potente per togliere ogni sentimento negativo nell’animo  umano e per abbatterne ogni violenza, e per rendere più aperti e disponibili  gli uni verso gli altri ?

Seneca, il grande filosofo di Roma, riporta quanto segue: ”Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l’acqua fugace, obliosa di proseguire il suo cammino, perdeva il suo impeto… le selve inerti si muovevano conducendo sugli alberi gli uccelli o se qualcuno di questi volava, commuovendosi  nell’ascoltare il dolce canto, perdeva le forze e cadeva… le Driadi (ninfe dei boschi), uscendo dalle querce, si affrettavano verso il cantore, e perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto….”

Ma il  mitico personaggio è deciso a riportare in vita la moglie Euridice uccisa dal morso di un serpente (e questo è il momento essenziale del mito di Orfeo) e fidando nel suo canto e nella sua musica  a questo scopo, discende nell’Ade, impietosendo e commuovendo  persino le Erinni (crudelissime divinità infernali) che si mettono a piangere, e la regina dell’Ade Proserpina, insieme al coniuge Plutone, commossi ed inteneriti  anch’essi dal canto e dalla musica della lira di Orfeo, fanno  una  eccezione alla regola  permettendo ad Orfeo di riportare alla luce del sole l’amata moglie Euridice, ma poi tutto finisce  purtroppo maluccio…perché la consegna era che durante la  risalita dall’Ade al mondo dei vivi, Orfeo non si voltasse a guardare la sua amata sposa, pena la ricaduta  di questa nell’Ade, ma Orfeo, poi preso dal dubbio di condurre per mano un ombra e non Euridice, si voltò ed ella  cosi scomparve di nuovo miseramente, e questa volta per sempre, nelle tenebrose profondità dell’Ade .

La musica unita alla poesia riesce a realizzare l’impossibile, questa è la sintesi della storia mitica di Orfeo ed Euridice, finita tristemente ma non a causa della musica e del canto che erano riusciti a vincere perfino la durezza d’animo degli abitatori dell’inferno.

Il mito ha dunque in sé la verità velata dalla leggenda, ma è ormai scientificamente constatato che la musica, riducendo l’aggressività, ridonando calma e serenità, allontana lo stress e le interferenze negative di questo sullo stato immunitario che  è un potente regolatore e armonizzatore delle nostre funzioni biologiche e metaboliche.

Non mi addentro in un argomento che non solo dal punto di vista medico è di vastissima portata, ma anche dal punto di vista matematico e cosmologico vi sarebbe tanto da dire… Mi riferisco solo ad un canto che il nostro coro esegue con facilità e bravura, la preghiera dal Mosè di Rossini “pronti al tuo potere sono elementi e sfere…”con riferimento all’armonia-musica suprema di Dio che regge e controlla tutto l’universo, che è tutto intriso, anche in quello che una volta era ritenuto spazio vuoto, da materia ed energia nella quale è celata quella l’armonia -musica del cosmo “frutto dell’opera creatrice della divina Provvidenza.
E gli uomini, dai più lontani tempi della loro vicenda su questa terra, sono sempre stati ammaliati dalla musica, dal desiderio di riprodurla, perché da sempre la musica tocca cuore e mente insieme, ed hanno inventato strumenti sempre più perfezionati partendo, naturalmente, dallo strumento che la natura stessa ci ha messo a disposizione: la voce.

In noi vi sono recettori profondi che risiedono nella parte  che più trascuriamo della nostra anima, recettori sensibili al bello, e dunque  sensibili alla bella musica, all’arte, alla poesia, recettori lasciati a languire, perché vi sono tante cose inutili a cui noi diamo la precedenza, schiavi di leggi che ci obbligano a fare quello che non vogliamo e a trascurare quello che vorremmo e che allieterebbe il nostro spirito facendoci vivere molto più sereni ed appagati!

Noi coristi siamo  fortunati,  perché attratti dalla musica, amanti dell’armonia dei suoni, del canto, siamo appassionati al nostro coro, ai bellissimi canti che eseguiamo, la positività che riceviamo dallo stare immersi nella musica e dal nostro stesso cantare, ci fa superare le incomodità di andare alle prove, accettare i duri richiami (indispensabili) del maestro, il quale per la stessa passione per il canto e la musica, specularmente a noi, tollera lo stress che molte volte noi gli infliggiamo con la nostra dure cervice, incapaci di mettere in pratica gli insegnamenti che a mitraglia ci ripete tutte le sere delle prove, ”Usque ad deliquium”!

Vuol dire proprio che la musica  fa veramente bene e tiene uniti… tutti… nonostante tutto!
Vedasi il Coro Jacopo da Bologna ! Sto scherzando !!!!!

Al successo della serata hanno largamente contribuito la soprano Patrizia Calzolari ed il basso Andrea Nobili ed il giovane e bravo  pianista Luciano D’Orazio.

P.S.: Un particolare ringraziamento alle Signore che hanno preparato delle ottime crescentine ,ed altrettanto ottimi dolci e salumi per non parlare dei vini, veramente una generosa  accoglienza!

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