
Due repliche del Requiem di Mozart, il 19 e 20 novembre 2010, per il restauro della basilica di Santo Stefano a Bologna.
Prevendita biglietti (20 €) presso Zinelli, piazza Mercanzia 5, Bologna. L’intero incasso sarà devoluto per i restauri della basilica.
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This entry was posted on 8 novembre 2010 at 19:47 and is filed under Uncategorized. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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22 novembre 2010 alle 17:34 |
Un grande grazie ai cantanti aquilani che ci hanno dato man forte contribuendo al successo dei due concerti.
Ai ringraziamenti di Antonio risponde Silvia Lazzari che dice: “…è stato un grande piacere aver lavorato con voi, sia per la vostra professionalità, sia per la vostra ospitalità. Il tuo coro migliora ad ogni appuntamento e questo è sinonimo del grande sforzo che fai per portare un coro di dilettanti al livello di un coro di professionisti e ti assicuro che se la cavarebbero alla grande anche senza di noi. E poi, le persone a cui ci affidate ogni volta, sono veramente eccezionali e vorremmo poter ricambiare la vostra squisita accoglienza prima o poi.”
23 novembre 2010 alle 09:51 |
Carissimo Antonio,
sarà impossibile dimenticare la serata passata a Santo Stefano l’altro ieri: la bellezza del luogo, l’altezza della musica, la bontà dell’esecuzione; ma, soprattutto, la passione di tante persone disposte a faticare tanto per ottenere un risultato che può esser desiderato solamente da chi è capace e pronto a dare del suo (il tempo, l’impegno, lo studio) solo per consentire agli altri di apprezzare certi tesori.
… a voi tutti un abbraccio.
Umberto Santarelli
24 novembre 2010 alle 15:11 |
Il sabato della conferenza stampa, quello precedente l’esecuzione del Requiem eravamo presenti in 4 o 5, Maurizio, Vittorio, Fiorenzo, Andrea, la Morena ed il sottoscritto, non ne ricordo altri… e se non li ho citati me ne scuso. Al termine della conferenza stampa, dopo che Fiorenzo tra l’altro aveva ricordato quante sedute di prove avevamo effettuato per entrare nello spirito dell’opera mozartiana e nella sua musicalità, quanti bruschi richiami ricevuti dal Maestro Antonio Ammaccapane, quanta fatica nostra e sua, il dott. Raffaelli aveva concluso dicendo: “In Aprile siete stati bravissimi, ma poichè anche al meglio non vi è un limite voi dovrete superare voi stessi e cantare ancora meglio di quanto non abbiate cantato nei precedenti audizioni!” Io ultima ruota del carro, pardon del coro, votato ad un certo innato pessimismo, dicevo tra me e me: “Magari raggiungessimo lo stesso risultato di aprile scorso!”
La sera di sabato avevo detto a Santo, posto in bilico sull’ultimo gradino dell’altare e prossimo a me, posto ugualmente in posizione precaria “Saremo concentrati abbastanza? Non mi sembra che vi sia in noi abbastanza tensione!” e lui “Vedrai che appena iniziamo la tensione salira’ immediatamente!” Parole sante (non potevano essere che cosi visto l’ambiente). Le note dell’orchestra, le nostre voci miracolosamente amalgamate tra le varie sezioni e tra loro stavano creando un vortice di armonia, come se fossimo immersi in uno stupendo lago di musica, così da perdere i contatti con l’ambiente reale in cui eravamo, in questo andare e venire di armonie che si inseguivano ritornavano a volte quasi spegnendosi e poi di nuovo riaccendendosi… Il volto del Maestro, all’inizio pallido e teso, si andava via via colorando, le labbra tese, poi aperte in un sorriso e lo sguardo raggiante, il breve ma significativo accenno di assenso, e via dopo ogni pausa che pareva fatta apposta per prendere la rincorsa per un’entrata sempre più secca e sicura, più intensa e sofferta; mi veniva in mente il suono di quelle onde alte dell’oceano che si alzano come un muro, per poi frangersi in un vortice di spuma in un fragore all’unisono! E’ stata veramente una grande emozione esserci, in quel coro Jacopo da Bologna, nella serata di sabato sopratutto, mi sono sentito attore di una piccolissima parte ed anche spettatore, immerso con gli altri proprio nell’occhio della sorgente dell’armonia: quale posizione più privilegiata? Avevo in platea alcuni amici che sono stati pienamente coinvolti da quella atmosfera quasi surreale, presi da quella emozione in cui la bellissima musica inevitabilmente trascina tutti i presenti, esecutori e spettatori quando viene magistralmente diretta ed eseguita; l’ambiente sacro e mistico della antichissima Basilica, quel suo essere quasi fuori del tempo, ha fatto il resto.
Si è vero, aveva ragione Santo all’inizio: “Vedrai,appena inizieremo la tensione salirà” e nel suo crescendo siamo stati tutti trasportati via Tutti, Il maestro Direttore, il Coro, L’orchestra il Pubblico, “CUM SANTIS TUIS…